A partire dagli anni cinquanta, comincia ad affacciarsi sulla scena della psicoterapia un nuovo approccio o modello terapeutico che viene generalmente identificato come sistemico-relazionale o familiare e che ha come obiettivo di fondo quello di fare fronte a patologie complesse come la psicosi, che sempre più spesso vedono fallire i tentativi terapeutici dell'approccio psicoanalitico allora dominante. La terapia della famiglia inizia contemporaneamente in diversi luoghi degli Stati Uniti ad opera di una serie di prestigiosi clinici e ricercatori che nell’arco di un decennio, intorno agli anni 1952-1961, daranno vita a questo nuovo approccio terapeutico. Quello sistemico-relazionale è un modello composito, che ha una base comune ma sfaccettature differenti a seconda dell’autore che lo ha sviluppato, parliamo di terapia strutturale di Minuchin, tarapia contestuale di Boszormenyi-Nagy, modello simbolico-esperienziale di Whitaker, modello sistemico di Milano, terapia strategica del gruppo di Palo Alto. Al di là delle molteplici varianti il concetto comune è che ogni disagio o sintomo sia riconducibile alle dinamiche di funzionamento del sistema famigliare, nel qui e ora e nel corso della sua storia trigenerazionale.